Dal 7 al 9 giugno scorso si è tenuto l’ OpenInfra Summit 2022: oltre 800 partecipanti provenienti da 65 paesi si sono riuniti al Centro Congressi di Berlino. Tra i partecipanti c'era anche CloudFire, sponsor di OpenInfra Foundation, in particolare erano presenti i nostri colleghi Giulia, Account Manager, e Fabio, Cloud Architect.
Per chi non avesse seguito il summit ecco un breve riepilogo, da parte dei nostri colleghi, delle impressioni e degli highlight delle oltre 100 sessioni tenute al summit.
Keynotes
Nei keynotes l’atmosfera fin da subito è carica di aspettative e si percepisce come il focus principale sia la potenza del modello open source e di come la community e la collaborazione dello stesso stia crescendo sempre di più. Tra la community, in particolare, risaltano i seguenti temi principali:
- Kata Containers;
- Edge Computing;
- GitOps;
- Kubernetes.
Dopo aver sottolineato l'importanza e le opportunità dell'approccio open source e presentati i nuovi partner Gold di OpenInfra Foundation, infatti, nel main stage vengono approfonditi i possibili scenari di applicazione di Kata Containers. Da qui, agli occhi della community e di Fabio e Giulia, si percepisce subito di come la Community OpenInfra sia consapevole di stare sviluppando una tecnologia che, a tutti gli effetti, è diventata di fatto una commodity con elevati standard di sicurezza, flessibilità e stabilità.
Come ogni OpenInfra summit, anche a Berlino, il keynote dei ricercatori del CERN di Ginevra risalta particolarmente. Durante il loro speech, infatti, mostrano come l’architettura Openstack e Ceph sia la soluzione principale per tutti i loro progetti, adottata ormai 7 anni fa e tutt’ora la prima scelta.
Non mancano i keynote legati alla sicurezza, soprattutto in ambito Edge e Hybrid computing, ed ai numeri relativi all’adozione di Openstack da parte degli operatori Telco di tutto il mondo. Tale adozione trainata da tecnologie come il 5G, di fatto necessita di tecnologie sia performanti che sicure e solide, rendendo Openstack lo standard de-facto per queste applicazioni.
Talks
Sono stati oltre 100 i talks e sessioni tecniche durante tutto il summit, molti di questi dedicati ad approfondimenti di tematiche quali Security e condivisione delle proprie esperienze.
Tra questi, a parere di Fabio, spicca lo speech tenuto dagli ingegneri di OVH – dal titolo - How we integrated L3 services into one of the biggest OpenStack Public Clouds - OVHcloud case study. Durante questo talk, OVH ha illustrato come stanno procedendo con la migrazione dell'intera infrastruttura networking di quello che è, ad oggi, il più grande Cloud Provider europeo.
Altrettanto interessanti i talks presentati dagli ingegneri RedHat, capaci di spaziare a 360° tra tematiche legate a deploy, best-practice, bug-fix, contributo dato ai progetti della community e molto altro.
Di tutti gli speech organizzati e tutti argomenti trattati, quelli che hanno sicuramente attirato maggiormente il pubblico sono quelli relativi alle modalità di utilizzo dell'approccio GitOps al mondo Openstack e Infrastructure. Strumenti come ArgoCD, Git e un abbondante uso di pipeline permettono infatti di effettuare il deploy e di mantenere infrastrutture complesse sia full-cloud sia in hybrid – cloud, in modo dichiarativo e auto documentante.
Sempre in ottica Dev/GitOps vengono introdotti tool come RedFish, che permette di rendere dichiarativa la gestione dei bare metal utilizzando le API di iDRAC/IPMI/ecc..; e Ironic. Entrambi, ormai autonomi dal prodotto Openstack, forniscono l'interfaccia e le meccaniche perfette per la gestione di bare-metal come fossero istanze nel cloud. Ambe due i progetti, a parere del nostro Cloud Architect, sono a un livello di maturità ormai notevole e riescono a creare una sinergia che ben pochi competitor raggiungono attualmente.
Per finire, grande attenzione da parte della community in quello che ormai è il nuovo trend: Kubernetes.
Sono stati tanti i talk relativi a come tale tecnologia non sia più considerata solo un “framework” da poter utilizzare on-top a installazioni Openstack, bensì come Kubernetes possa essere utilizzato anche come infrastruttura base, sulla quale eseguire il deploy di ambienti Openstack sia full-cloud che edge/hybrid. Altra caratteristica di Kubernetes approfondita ed evidenziata durante il Summit è il control – plane come strumento strumento per gestire infrastrutture complesse in approccio DevOps. Insomma, uno strumento che permette di estendere le caratteristiche dello stack infrastrutturale dato da Openstack, mantenendo tutti i punti forti e colmando le poche debolezze di quello che è, ad oggi, lo standard di fatto per soluzioni Public Cloud, Edge e Private Cloud con ambizioni da HyperScaler.
In conclusione
Un OpenInfra carico di informazioni interessanti, che riconferma, ancora una volta, di come la community legata al mondo Openstack, sia ormai a un livello di maturità assoluto in termini di contributor, qualità del codice prodotto, sicurezza e coinvolgimento di realtà enormi del calibro di RedHat, Canonical, Intel, CERN.
Un summit che comprova la capacità di Openstack di rimanere in contatto con il nuovo che avanza, che ad oggi si pronuncia Kubernetes, e di posizionarsi sia come infrastruttura di riferimento su cui farlo girare, sia come layer aggiuntivo pronto a colmarne le sue lacune, come ad esempio l’isolation tra i Pod, problema ad oggi risolto completamente solo dall’architettura a istanze, cuore pulsante di Openstack.
In attesa dei prossimi appuntamenti legati alla community, buon Cloud a tutti ☁️💕